Ci è sempre piaciuto dire la nostra sui miti veri e falsi della cucina
Il ciclismo "conferisce grande lucidità ed efficienza sul lavoro" diceva il visconte Cobram che obbligava Fantozzi e colleghi a durissimi allenamenti in bicicletta per migliorare le prestazioni di tutti i dipendenti. Ora i tempi sono cambiati e un nuovo modo di fare squadra sta guadagnando l’attenzione delle aziende: il Cooking Team Building.
La cucina è un ambiente conosciuto a tutti, perciò si può adattare bene alle esigenze dei partecipanti: ai fornelli oppure seduti a tavola, il rapporto con gli ingredienti è molto vario e la paura di sbagliare si riduce rispetto ad altre attività di team building, così che anche il manager meno esperto non avrà timore di dire che non sa cuocere neppure un uovo!
Il team building in cucina non è solo un’attività ludica svolta con i colleghi, ma soprattutto è una lezione che ben si adatta alla vita lavorativa di tutti i giorni, perché sperimentare in prima persona fa sì che l’esperienza si trasformi più facilmente in apprendimento, così da cambiare il comportamento nel rapporto con i colleghi e mantenere a lungo nella memoria un bel ricordo dell’evento.
Nato nel 1941 dal lavoro del pedagogo Kurt Hahn con l’aiuto dell’armatore inglese Lawrence Holt che fondarono Aderdovevy la prima scuola di formazione esperienziale, il team building si diffuse rapidamente sin dagli anni ‘50 negli Stati Uniti, facendo breccia in Europa negli anni ’80 e arrivando poi in Italia negli anni ‘90.
Il team building si è evoluto nel corso degli anni tra pareri favorevoli in tutto il mondo, fino a diventare oggi un’attività sempre più utilizzata in azienda, con lo scopo di ottenere il massimo in termini di performance dai dipendenti.
La costruzione del gruppo ha una valenza formativa e ludica, con l’obiettivo finale di fare sentire i partecipanti parte di una squadra, dove tutti vivono in prima persona le varie attività sollecitati dallo scambio e dal contatto con gli altri in un clima di continua interazione.
Da alcuni anni, il team building è arrivato in cucina, un campo di azione nel quale tutti hanno sicuramente esperienza, sia in un ruolo attivo di preparazione dei cibi che in quello di semplice fruitore seduto a tavola: l’interesse per il cibo, non più solo gastronomico ma anche salutistico, rende il Cooking Team Building un modello formativo stimolante per un gruppo allargato ed omogeneo di colleghi, con il vantaggio di non richiedere ai partecipanti doti fisiche o attitudini specifiche in mancanza delle quali si rischierebbe di compromettere la gara, risultando così sempre accolto con favore da tutti.
La preparazione di una cena può rispecchiare la realtà aziendale, perché in entrambi i casi sono necessari metodo, risorse, organizzazione e competenze, sempre con il giusto equilibrio, il giusto amalgama, il corretto utilizzo degli strumenti e delle tecnologie per ottenere il risultato atteso. I partecipanti hanno naturalmente caratteristiche professionali, caratteri, background, esperienze, capacità relazionali e formazione differenti, ma nella giusta proporzione e nel giusto mix il successo dell’evento è sempre assicurato, con molti aspetti della vita lavorativa stimolati a livello formativo nella preparazione dei vari piatti.
In cucina come in azienda non esistono ingredienti sbagliati, ognuno ha il suo significato se messo in giusta relazione con gli altri elementi. La necessità di decisioni immediate può rispecchiare quello che succede sul mercato. L’ordine e la responsabilità sono fondamentali perché ogni partecipante deve prendersi cura della sua postazione e del suo ruolo, lavorando sinergicamente in maniera veloce e organizzata. Le diverse individualità possono certamente generare conflitti, ma è possibile ritrovare l’equilibrio adottando nuove strategie per raggiungere l’obiettivo finale. La concentrazione è sempre un must, perché la distrazione può comportare conseguenze disastrose, così in cucina come in azienda.
Il Cooking Team Building si basa sull’aspetto conviviale del cibo, stimolando la capacità di lavorare in gruppo e riscoprendo il piacere del cucinare insieme: lo staff di una cucina si chiama brigata, una squadra formata da singole persone che sanno collaborare in sinergia per creare sinfonie di gusto. In egual modo un team aziendale è formato da individui fortemente motivati che devono sapere operare in autonomia e collaborare tra di loro.
Nella preparazione di una cena è fondamentale che la squadra si sostenga a vicenda: avere un tempo ben definito per la preparazione dei piatti può generare stress, diventa quindi fondamentale aiutarsi nei momenti di sovraccarico. Il senso di appartenenza si sviluppa mediante la fiducia, la conoscenza reciproca e la condivisione. Così in cucina come in azienda.
Molti manager e dirigenti sono passati per la nostra scuola: ci piace ricordare l’esperienza di un responsabile dell’ufficio acquisti dell’IBM, che con commenti entusiasti ci ha ringraziato per la bella serata passata insieme con i suoi colleghi, in una cena di Natale diversa dal solito, per l’ambiente familiare in cui tutti i partecipanti perfettamente a loro agio avevano preso parte alla gara.
Il nostro team building in cucina aveva rispecchiato tutti i desideri dell’azienda, perché la sinergia sviluppata e il desiderio di lavorare insieme avevano creato un buon ambiente ai tavoli e ai fornelli, pur con ruoli così diversi da quelli lavorativi.
A termine della serata tutti i partecipanti, stupiti dalla facilità di esecuzione delle ricette originali delle Sorelle Landra e dalla bontà dei piatti, hanno anche acquistato il nostro libro come ricordo non solo dell’evento ma anche come vademecum per le nuove prodezze ai fornelli.
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